Impi: “Dopo la risoluzione ministeriale attendiamo un’accelerata del Governo”
Una risoluzione ministeriale del 16 dicembre scorso ha identificato i parametri per le piattaforme estrattive collocate in mare soggette al tributo Impi e anche come deve avvenire la ripartizione tra Stato e Comuni. Si tratta di un importante passo in avanti nella definizione e nella regolamentazione di questo nuovo tributo che gli impianti estrattivi in mare dovranno versare allo Stato e in quota parte ai Comuni, istituito con il D.L. 124 del 26 ottobre 2019 e convertito in legge n.157 del 19 dicembre 2019.
Ora manca il decreto attuativo che andrà a definire quali sono nello specifico queste piattaforme e quali comuni beneficeranno dell’imposta. L’Amministrazione Comunale attende il decreto che doveva già arrivare otto mesi fa.
Con la Risoluzione 8/2020 del 16 dicembre 2020, il dipartimento delle Finanze ai fini dell’imposta sulle piattaforme marine, Impi, ha definito quali sono le tipologie delle piattaforme soggette al pagamento dei tributi e stabilendo l’aliquota d’imposta fissa al 10,6 per mille, di cui il 7,6 per mille riservato allo Stato e la restante parte ai comuni. I poteri di controllo sono attribuiti interamente ai comuni. Il primo quesito ha riguardato la perimetrazione della nozione di piattaforma con struttura emersa. In proposito, il Mef, in accordo con il Mise, ha rilevato che, stante la lettera della legge, in essa non possano essere ricompresi né le tese di pozzo sottomarine né le unità galleggianti di stoccaggio temporaneo. A maggior ragione, non vi rientrano le navi di stoccaggio degli idrocarburi, in quanto natanti non ancorati stabilmente al fondo marino. Precisa ulteriormente il Dipartimento delle politiche fiscali che la piattaforma resta tassabile anche alla cessazione dell’attività estrattiva, fino alla sua completa dismissione, nel rispetto della speciale procedura prevista per legge. Con riferimento al valore contabile imponibile, la risoluzione afferma che questo è comprensivo del valore degli impianti. Un ulteriore passo avanti in questo lungo contenzioso a cui manca l’ultimo scatto per giungere alla risoluzione. Dal 2021 sono ipotizzati tra i 700.000 e gli 800.000 € annui da questo tributo. Ora si attende solo il decreto attuativo che individuerà nello specifico le piattaforme e i comuni beneficiari.
Le parole del Sindaco Matteo Gozzoli
«Dopo la conversione in legge del D.L. 124/2019 e la successiva conversione in legge avvenuta entro dicembre 2019 pensavamo che un’annosa e complessa vicenda fosse arrivata al capolinea. Tuttavia i decreti attuativi attesi entro la primavera scorsa non sono mai arrivati. Questa risoluzione ha chiarito che tutte le verifiche e i calcoli del Comune di Cesenatico effettuati dopo l’introduzione dell’IMPI erano corretti, ora serve accelerare per la pubblicazione del decreto attuativo interministeriale che dovrà definire per ogni territorio quali sono le piattaforme che ricadono nel nuovo regime tributario e quali i Comuni sono beneficiari. Sicuramente la pandemia ha complicato enormemente l’azione dei ministeri, tuttavia ormai a oltre 8 mesi dalla data indicata per legge per l’emanazione dei decreti attuativi, auspico che vi sia un’accelerazione al fine di poter definire e consolidare sia le previsioni di bilancio dello Stato ma soprattutto quelle dei Comuni che quest’anno più che mai devono far fronte a incertezze e difficoltà nuove e queste risorse sono fondamentali per i servizi e la qualità della vita delle comunità locali.», le parole del Sindaco Matteo Gozzoli e dell’assessore ai bilancio e ai tributi Jacopo Agostini.